Pieve d’Alpago

Pieve d’Alpago (o semplicemente Pieve, oppure Piéve in lingua veneta) è una cittadina dell’Alpago, situata nella parte meridionale della provincia di Belluno, in Veneto, ad un’altitudine di 690 m sul livello del mare.

Pieve d’Alpago era un comune a sé stante fino al 23 febbraio 2016, data in cui avvenne la fusione con le vicine cittadine di Farra e Puos, dando vita al Comune Alpago, nuovo ente di governo territoriale. 

Pieve d’Alpago Mappa:


Pieve d’Alpago: caratteristiche, personaggi storici e fatti importanti 

  • Ristorante Dolada Pieve d’Alpago: Pieve d’Alpago è cittadina volta alle scienze culinarie ed il buon cibo. Poco lontano da Pieve infatti, nell’abitato di Plois, è situato il ristorante Dolada, uno dei due ristoranti stellati Michelin dell’Alpago.
  • Placido Fabris: pittore del XIX secolo che nacque a Pieve d’Alpago cinque anni dopo la caduta della Repubblica di Venezia nel 1802, e morí a Venezia, nel Regno Lombardo-Veneto, nel 1859.
  • Giacoma da Vivaro: vedova del controverso personaggio di Endrighetto da Bongaio, Giacoma venne nominata Signora dell’Alpago in 30 ottobre 1340.
  • Pieve, paradiso del parapendio: scopri l’emozione del parapendio a Pieve d’Alpago in questa pagina.
  • Scavi Archeologici di rilievo: ritrovamento reperti antichi e necropoli in località “Staol di Curago” and “Pian de la gnela”.

Zona Industriale di Paludi a Pieve d’Alpago:

L’Alpago è caratterizzato da una prospera zona industriale situata nell’abitato di Paludi nei pressi di Pieve d’Alpago. Il distretto è oggi cuore pulsante dell’economia dell’Alpago e si è venuto a creare con il prolungamento dell’autostrada A27 verso nord da Conegliano negli anni ‘70, per poi crescere ulteriormente con il transito effettivo dell’autostrada in Alpago negli anni ‘90. La zona industriale di Paludi conglomera fabbriche, imprese e business di vario genere, dall’hi-tech ad artigiani fino alle più diverse tipologie di servizi nel terziario. 

Frazioni, paesi ed insediamenti nei pressi di Pieve d’Alpago:

  • Pieve: il centro amministrativo dell’Alpago
  • Garna, Villa e Torch: zona pianeggiante dove possono atterrare facilmente i parapendii dal Monte Dolada
  • Schiucaz: borgo dei mulini ad acqua tra Pieve e Chies
  • Torres e Quers: frazioni situate tra Pieve e Schiucaz
  • Curago, “Staol di Curago” e “Pian de la gnela”: luoghi di importanza archeologica
  • Plois: posizione panoramica dove si trova il ristorante Dolada
  • Tignes: a metà strada tra Paludi e Pieve d’Alpago.
  • Paludi: zona di fabbriche, imprese e aziende dell’Alpago riunite in un ecosistema produttivo strategico 

Gemellaggi e città amiche:

Dal 2005, Pieve d’Alpago è gemellata con la cittadina di Kalvarija in Lituania. Dopo la fusione del 2016, Puos e Farra sono anch’esse gemellate con la controparte lituana a causa dei cambiamenti amministrativi a livello comunale.

Cenni storici su Pieve d’Alpago:

Pieve d’Alpago, come altre città in Italia contenenti la parola ‘Pieve’ nel proprio nome, era anticamente il centro religioso e amministrativo dell’Alpago. Scavi archeologici nella zona di Pieve hanno fatto emergere tracce di insediamenti umani fin dall’età del Bronzo. Nella stessa zona dell’Alpago (pian de la Gnela) è stata rinvenuta anche una necropoli pre-romana

La storia di Pieve d’Alpago segue le dinamiche dell’Alpago in generale e della città di Belluno fino al 1404, anno in cui passò in mano alla Serenissima Repubblica di Venezia per quasi quattrocento anni, per poi venire invasa dai francesi di Napoleone e in seguito dagli austriaci, terminando con l’annessione al regno d’Italia e le vicende dello stato italiano a partire dal 1866.

Villa Falin: testimonianza della Repubblica di Venezia con Ville Venete in Alpago

Villa Falin è l’unica villa veneta presente in Alpago, piú precisamente a Pieve d’Alpago. La struttura originaria risale al XVII secolo, ma ha subito molti cambiamenti ed alterazioni nel corso dei secoli.

L’accesso alla villa consiste in un’imponente scalinata che divide il piano terra dal piano nobile. Le colonne a sostegno della balaustra sono in foggia di vasi, realizzati in pietra bianca del Cansiglio, che si ritrova anche nelle cornici delle finestre e decorazioni dell’edificio. La proprietà è privata e non accessibile al pubblico, ma visibile dall’esterno da Via Placido Fabris.