Il Lago di Santa Croce è un gioiello naturale alpino la cui bellezza trascende la mera estetica. Oltre alla sua splendida vista, il lago svolge un ruolo chiave nella produzione di energia idroelettrica in Italia, grazie alla sua capacità idrica di circa 120 milioni di metri cubi e alla presenza di una diga a nord che alza il suo livello a 386 metri.
Le politiche energetiche italiane hanno sempre riconosciuto l’importanza dell’energia idroelettrica come fonte di energia rinnovabile. In particolare, l’UE e l’Italia stanno attuando politiche per aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e l’energia idroelettrica è un elemento chiave di questa strategia. Il Lago di Santa Croce, con le sue centrali idroelettriche, svolge un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questi obiettivi.
Gli Impianti Idroelettrici sul Lago di Santa Croce
Il sistema degli impianti idroelettrici Piave-Santa Croce, gestiti dall’Enel, ha il suo fulcro nel Lago di Santa Croce. Le acque del fiume Piave vengono deviate a quota 390 metri presso Soverzene attraverso una diga trasversale lunga circa 1 km, che conduce l’acqua nel lago tramite un canale di 10 km.
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Da qui, attraverso appositi canali in galleria, l’acqua passa a alimentare successivamente le centrali di Fadalto, Nove e San Floriano, con scarico rispettivamente nel lago Morto, nel lago del Restello e in quello di Negrisiola.
L’acqua viene quindi incanalata nuovamente per alimentare le centrali di Castelletto e di Caneva, a sud-est di Vittorio Veneto, prima di essere restituita in parte al fiume Piave (nei pressi di Colfosco), ed in parte al fiume Livenza (nei pressi di Francenigo). Gran parte dell’acqua è destinata all’irrigazione agricola.
Gli impianti di produzione di energia elettrica coprono un territorio che si estende attraverso tre province: Belluno, per l’approvvigionamento delle acque, Treviso e Pordenone, per la produzione di energia elettrica e la restituzione delle acque.
Una Storia di Innovazione Energetica
La storia degli impianti idroelettrici del sistema Piave – Santa Croce risale al 1913, con la creazione delle centrali di Fadalto Vecchia e Nove Vecchia, per iniziativa della Società Italiana per l’Utilizzazione delle Forze Idrauliche del Veneto, comunemente nota come Società “Cellina”. Questa società venne in seguito assorbita dalla SADE – Società Adriatica di Elettricità e infine dall’Enel.
La più potente tra le centrali è la Fadalto Nuova, che riceve le acque in pressione dal lago di Santa Croce tramite una galleria di 2,5 km, ed è in grado di sviluppare una potenza efficiente di 210 MW.
Pensieri Conslusivi
Il Lago di Santa Croce rappresenta un esempio emblematico di come la risorsa idrica possa essere sfruttata in maniera efficace ed efficiente per produrre energia rinnovabile. Questa vasta rete di centrali idroelettriche sottolinea l’importanza delle politiche energetiche orientate alla sostenibilità, nonché la necessità di equilibrio tra produzione energetica e conservazione ambientale. Nel corso del secolo scorso, la capacità di sfruttare l’energia dell’acqua ha rappresentato un passo importante nella transizione verso una produzione energetica più pulita e sostenibile.